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Il Corporativismo: un paradosso della politica economica dello stato fascista = Corporativism: a paradox of the economic policy of the fascist state

Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales

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Title Il Corporativismo: un paradosso della politica economica dello stato fascista = Corporativism: a paradox of the economic policy of the fascist state
Il Corporativismo: Un paradosso della politica economica dello stato fascista = Corporativism: A paradox of the economic policy of the fascist state
 
Creator Ridolfi, Natascia
Di Nucci, Ada
 
Subject Storia d’impresa; Governo dei tecnici; Italia; Ansaldo; Banca Commerciale Italiana; Business history; The technocrats government; Italy; Ansaldo; The Italian Commercial Bank.
Corporativismo; Economia; Imprenditori; Corporatism; Economics; Entrepreneurs.
 
Description Uscito a pezzi dalla pesante crisi finanziaria e industriale del 1907, che aveva messo a nudo i limiti della struttura economica del Paese, il capitalismo industriale italiano elaborò un programma, portato avanti fino al primo dopoguerra, che prevedeva l’instaurazione di un governo di tecnocrati. Questo avrebbe dovuto trainare il Paese fuori dalla crisi, pianificarne l’economia e trasformarlo in una grande potenza industriale, con forti connotazioni imperialistiche. Segnali in tale direzione si erano registrati anche nei decenni precedenti, tra fine Ottocento e inizi Novecento, quando ebbe inizio un processo di concentrazione nel settore siderurgico e meccanico. Un percorso peraltro stimolato dalle commesse statali sempre più consistenti (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori e Colli, 1999; Bolchini, 2002). La crisi industriale e finanziaria del 1907 e la recessione a livello mondiale che ne seguì, accelerarono la soluzione tecnocratica, che prevedeva un’alleanza, più o meno stretta, con una parte della classe politica e l’entrata in guerra. Negli anni immediatamente seguenti il conflitto, il potere dei tecnocrati sulla scena politica italiana sembrò accrescersi notevolmente, soprattutto quando il governo progettò un programma di espansione economica nelle regioni del Caucaso, nei Balcani e nel Levante ex ottomano, territori in grado di fornire materie prime e di assorbire la produzione italiana in eccesso rispetto alle richieste di un mercato interno asfittico. La collaborazione tra mondo imprenditoriale, bancario e politico non produsse il risultato sperato. La caduta del governo Nitti e il ruolo destabilizzante e filotedesco della Banca Commerciale Italiana nell’Est europeo e nel Caucaso furono tra le cause principali che impedirono il decollo del progetto tecnocratico, provocando una dura reazione da parte dei fratelli Perrone alla guida del gruppo Ansaldo.Heavily Weakened by the financial and industrial crisis of 1907, which showed all the limits of the economic structure of Italy, the Italian industrial capitalism developed a program that continued until the early after World War, which was taking into account the establishment of a government of technocrats. This should had to take the country out of crisis, establish an economical plan and turn it into a major industrial power, with strong imperialist characteristics.  Signals in this direction were also recorded in the previous decades, from the late nineteenth and early twentieth century, when a process of concentration of the main groups of entrepreneurs and capitalists began in the steel and mechanical industry. A path anyway enhanced by more and more orders from the government (Galli Della Loggia, 1970; Battilossi, 1999; Amatori and Colli, 1999; Boldrini, 2002). The industrial and financial crisis of 1907 and the global recession that followed, accelerated the technocratic solution, which were looking for a more or less closer alliance, with a part of the political class and going into war. Soon after the war, the political power of the technocrats in Italy seemed to grow significantly, especially when the Government developed a program of economic expansion in the regions of the Caucasus, Balkans and on the countries of the ex East Ottoman, these territories could provide raw materials and, with respect of an internal market completely saturated, to absorb the exceeding Italian production. The collaboration within the world of business, banking and politics did not produce the desired result. The fall of the Nitti´s Government and the pro German and destabilizing role of the Italian Commercial Bank in Eastern Europe and on the Caucasus were the major drivers against the launch of the technocratic project, inducing a though reaction by the Perrone brothers leading the group Ansaldo.
L’obiettivo del saggio è di accertare se l’intervento dello Stato fascista nell’economia del paese sia stato effettuato, oltre che dai ministeri deputati a tale funzione e dai vertici del partito fascista, in primis da Mussolini, anche dalle strutture centrali e periferiche del sistema corporativistico.Il potere contrattuale della classe operaia, già del tutto esautorato dalla riforma sindacale del fascismo, dalla creazione cioè di un unico sindacato, fu eliminato definitivamente in seguito all’autonomia della Confindustria nei confronti del Consiglio Nazionale delle Corporazioni e delle Corporazioni, ad eccezione della breve e timida parentesi collaborazionistica avviata dopo il 1936. Tra i motivi di questo cambiamento nell’atteggiamento degli industriali bisogna ricordare che nella seconda metà degli anni Trenta l’economia italiana registrava un deciso orientamento bellico per cui si avvertì l’esigenza di un maggiore impegno della classe operaia per rispondere alle esigenze di una parziale riconversione degli impianti e di una maggiore produttività. Si trattava comunque di aperture molto timide. Nella sostanza, la Confindustria restò arroccata sulle sue posizioni. Del resto era impensabile che tecnocrati e industriali potessero chiedere una partecipazione molto allargata delle Corporazioni al piano industriale varato dal governo.The objective of the test is to determine whether the intervention of the fascist state in the economy of the country has been made, not only by prosecutors appointed to this function and the heads of the fascist party, first by Mussolini, also from the central and peripheral structures corporatist system.The contractual power of the working class, already completely ousted from the union reform of fascism, namely the creation of a single trade union, was permanently deleted after the autonomy of the Confederation against the National Council of Corporations and the Corporations, except for short and timid brackets started after 1936. Among the reasons for this change in the attitude of the industrialists have to remember that in the second half of the thirties the Italian economy registered a strong orientation war that came the need for greater commitment working class to meet the needs of a partial conversion of the plants and increased productivity. It was still very timid openings. In essence, the Confederation remained entrenched in their positions. Moreover it was unthinkable that technocrats and industrial might ask a very enlarged participation of the guilds to plan launched by the government
 
Publisher Universidad de León. Área de Publicaciones
 
Contributor

 
Date 2014-12-15
 
Type info:eu-repo/semantics/article
info:eu-repo/semantics/publishedVersion
Artículo revisado por pares
 
Format application/pdf
 
Identifier http://revistas.unileon.es/index.php/Pecvnia/article/view/3582
10.18002/pec.v0i19.3582
 
Source Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León; Núm. 19 (2014): Julio-Diciembre; 61-80
2340-4272
1699-9495
10.18002/pec.v0i19
 
Language ita
 
Relation http://revistas.unileon.es/index.php/Pecvnia/article/view/3582/2585
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